Parliamo un pò di me...
Abito e vivo a Varese e, nonostante non vi sia nato, mi sono sempre sentito varesino.
Laureato in Economica e Commercio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sono sposato e ho due figli ormai grandi. La mia attività lavorativa si è sempre sviluppata nel settore bancario che ritengo, ormai, di conoscere bene. La lettura è sempre stata per me molto importante assieme ai viaggi e alla famiglia. Un giorno, poi, quasi per scherzo ho cominciato a scrivere e ho affidato alla carta alcune vicende particolari della banca in cui lavoro, trasformandole in un romanzo di genere legal/thriller. E’ nato così il mio primo romanzo “Un tramonto sul Verbano”, classificatosi tra i finalisti del IV Premio Letterario Pensieri d’Inchiostro nel 2009 e pubblicato con un discreto successo nel 2010. Dopo questo, ho scritto un secondo romanzo, “Un bancario scomodo”, dalle spiccate connotazioni thriller, ambientato nel settore bancario e finanziario, il mondo che fa da sfondo alla maggior parte dei miei romanzi. Attualmente sto lavorando ad altre due storie che a breve dovrebbero vedere la luce.
Laureato in Economica e Commercio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sono sposato e ho due figli ormai grandi. La mia attività lavorativa si è sempre sviluppata nel settore bancario che ritengo, ormai, di conoscere bene. La lettura è sempre stata per me molto importante assieme ai viaggi e alla famiglia. Un giorno, poi, quasi per scherzo ho cominciato a scrivere e ho affidato alla carta alcune vicende particolari della banca in cui lavoro, trasformandole in un romanzo di genere legal/thriller. E’ nato così il mio primo romanzo “Un tramonto sul Verbano”, classificatosi tra i finalisti del IV Premio Letterario Pensieri d’Inchiostro nel 2009 e pubblicato con un discreto successo nel 2010. Dopo questo, ho scritto un secondo romanzo, “Un bancario scomodo”, dalle spiccate connotazioni thriller, ambientato nel settore bancario e finanziario, il mondo che fa da sfondo alla maggior parte dei miei romanzi. Attualmente sto lavorando ad altre due storie che a breve dovrebbero vedere la luce.
Che cosa hanno scritto gli amici...
Articolo apparso sul WebMagazine: iocome - n. 45 del 21/3/2012
Link del giornale: http://www.iocome.it/io_autore.html
Articolo apparso su I N C O N TR A R T E - Magazine n. 10 (gennaio - marzo 2012)
PERIODICO TELEMATICO DI INFORMAZIONE E CULTURA WWW . A S S O C I A ZI O N E I N C O N TR A R T E . I T
Bancari scomodi..
Intervista con lo scrittore Giampaolo Creazza
Per i lettori della nostra rivista il nome di Giampaolo Creazza è ormai conosciuto, avendo scritto negli ultimi numeri
alcuni interessanti articoli sia sul tema della letteratura, sia con alcuni resoconti puntuali di alcune località turistiche di notevole valore spirituale.
Ma chi è Giampaolo Creazza? Fino a qualche tempo fa, prima di godere del meritato periodo di “ferie prolungate”, come lui ama definire quel particolare periodo della vita in cui si raccolgono i frutti dei contributi previdenziali versati in tutta una vita lavorativa (guai a chiamarla pens****!), Giampaolo Creazza è stato un quadro direttivo bancario con la passione da sempre per la fotografia e la letteratura, che ha sempre coltivato con molta dedizione. Ed è proprio questo amore per la letteratura che qualche anno fa lo ha spinto a sfidare sé stesso e a scrivere il suo primo romanzo: con “Un tramonto sul verbano” (Statale 11 Editrice), suo libro d’esordio, si pone subito all’attenzione della critica, tanto da giungere tra i finalisti del premio letterario “pensieri d’inchiostro”di Roma. E’ proprio con riferimento a questo premio che si coglie il carattere riservato dell’autore: non avendo rivelato in famiglia di aver scritto un romanzo, quando gli organizzatori del premio telefonarono per comunicare che il libro era tra i finalisti, la moglie, che aveva risposto alla telefonata e che pensava
alla classica telefonata commerciale, si limitò a rispondere di non essere interessata all’acquisto di libri!
Anche il secondo romanzo, “Un bancario scomodo”(Absolutly Free Editrice) si svolge come il primo nell’ambito del mondo bancario. Il tutto prende avvio da una consueta ispezione di controllo che porta inaspettatamente alla luce una truffa milionaria ai danni della banca stessa. Vengono svolte approfondite verifiche per delineare lo svolgimento dei fatti e il suicidio di una persona sospettata sembra confermare la ricostruzione dei fatti ipotizzata, ponendo fine alla vicenda. Senonché un bancario poco convinto delle circostanze che avrebbero portato il collega al suicidio, comincia ad approfondire alcuni aspetti. Ed è così che l’interprete del romanzo, un bancario divenuto suo malgrado investigatore, si troverà ad affrontare una vicenda dai contorni inquietanti dove i mutui e i prestiti si pagano col sangue.
Che cosa l’ha portata a intraprendere questa nuova attività di scrittore, dopo molti anni di onorata carriera da
bancario?
Penso sia stato un insieme di circostanze, alcune anche casuali. A me è sempre piaciuto leggere e ho affrontato molti generi ... anche se la mia preferenza è sempre stata la letteratura di genere "thriller/noir" in particolare i classici del genere. Ultimamente mi erano capitati tra le mani alcuni romanzi, anche molto apprezzati dalla critica, che mi hanno deluso. Non faccio nomi, per ovvi motivi, ma li ho trovati insulsi, senza una coerenza nè stilistica nè di trama. Mi sono detto, che "roba" del
genere avrebbe potuto scriverla chiunque ... forse anch'io. Mi sono quindi chiesto :"ma ho qualcosa da raccontare?" Mi sono risposto di sì e ho cominciato a mettere sulla carta idee e pensieri ... Le storie erano già lì vive e preconfezionate, bisognava solo mettere in fila le parole.
Il primo romanzo, che ripercorre le vicende dell’azienda presso cui ha lavorato, ha una indubbia connotazione autobiografica. Nel secondo romanzo quanto c’è di biografico e quanto spazio è lasciato all’invenzione narrativa?
Senza dubbio sono due storie completamente diverse ... la seconda ha solo qualche piccolo aggancio alla realtà, la maggior parte è invenzione. Quindi pochissima autobiografia, la fantasia ha potuto spaziare libera tra luoghi reali, personaggi quasi veri e personaggi inventati. Vorrebbe essere un esercizio di logica ... e di impressioni. Potrei dire che il secondo è
una specie di partita a scacchi con il lettore, una sfida a scoprire indizi labili, molto labili, buttati quasi a caso nel testo per capire la verità. Fino a questo momento alcune persone che l'hanno letto... non li hanno trovati. Di questo ne vado fiero.
Quali ritiene essere le analogie e quali le differenze tra i due romanzi?
Direi che le analogie sono unicamente di tipo stilistico ... stessa scorrevolezza descrittiva, una leggera ironia di fondo, stessa ambientazione geografica. Ho mostrato una particolare enevolenza verso un personaggio, cui sono molto legato, presente nei due romanzi che forse
mi assomiglia un pò ... forse più di un pò. Non sempre fa bella figura, ma per questo mi piace ... è umano, vero, credibile. Differenze? I due romanzi per vicende e struttura di fondo sono assolutamente diversi. Il primo è configurato come un diario, scandito da date e connotato da un elevato numero di avvenimenti, complessi e misteriosi. Il finale lascia tutto in sospeso, forse lascia un po’la bocca amara, ma doveva essere così. Il secondo ha una struttura più semplice e ripercorre un'indagine classica, apparentemente anche troppo lineare... ma non sempre la realtà è quella che appare. Qui il finale esiste, può piacere o no ma alla fine tutto si spiega.
………………..
per leggere il resto dell'intervista, ecco il link:
http://www.associazioneincontrarte.it/GIORNALE/2012.01%20-%20Giornale%20Incontrarte.pdf
Intervista con lo scrittore Giampaolo Creazza
Per i lettori della nostra rivista il nome di Giampaolo Creazza è ormai conosciuto, avendo scritto negli ultimi numeri
alcuni interessanti articoli sia sul tema della letteratura, sia con alcuni resoconti puntuali di alcune località turistiche di notevole valore spirituale.
Ma chi è Giampaolo Creazza? Fino a qualche tempo fa, prima di godere del meritato periodo di “ferie prolungate”, come lui ama definire quel particolare periodo della vita in cui si raccolgono i frutti dei contributi previdenziali versati in tutta una vita lavorativa (guai a chiamarla pens****!), Giampaolo Creazza è stato un quadro direttivo bancario con la passione da sempre per la fotografia e la letteratura, che ha sempre coltivato con molta dedizione. Ed è proprio questo amore per la letteratura che qualche anno fa lo ha spinto a sfidare sé stesso e a scrivere il suo primo romanzo: con “Un tramonto sul verbano” (Statale 11 Editrice), suo libro d’esordio, si pone subito all’attenzione della critica, tanto da giungere tra i finalisti del premio letterario “pensieri d’inchiostro”di Roma. E’ proprio con riferimento a questo premio che si coglie il carattere riservato dell’autore: non avendo rivelato in famiglia di aver scritto un romanzo, quando gli organizzatori del premio telefonarono per comunicare che il libro era tra i finalisti, la moglie, che aveva risposto alla telefonata e che pensava
alla classica telefonata commerciale, si limitò a rispondere di non essere interessata all’acquisto di libri!
Anche il secondo romanzo, “Un bancario scomodo”(Absolutly Free Editrice) si svolge come il primo nell’ambito del mondo bancario. Il tutto prende avvio da una consueta ispezione di controllo che porta inaspettatamente alla luce una truffa milionaria ai danni della banca stessa. Vengono svolte approfondite verifiche per delineare lo svolgimento dei fatti e il suicidio di una persona sospettata sembra confermare la ricostruzione dei fatti ipotizzata, ponendo fine alla vicenda. Senonché un bancario poco convinto delle circostanze che avrebbero portato il collega al suicidio, comincia ad approfondire alcuni aspetti. Ed è così che l’interprete del romanzo, un bancario divenuto suo malgrado investigatore, si troverà ad affrontare una vicenda dai contorni inquietanti dove i mutui e i prestiti si pagano col sangue.
Che cosa l’ha portata a intraprendere questa nuova attività di scrittore, dopo molti anni di onorata carriera da
bancario?
Penso sia stato un insieme di circostanze, alcune anche casuali. A me è sempre piaciuto leggere e ho affrontato molti generi ... anche se la mia preferenza è sempre stata la letteratura di genere "thriller/noir" in particolare i classici del genere. Ultimamente mi erano capitati tra le mani alcuni romanzi, anche molto apprezzati dalla critica, che mi hanno deluso. Non faccio nomi, per ovvi motivi, ma li ho trovati insulsi, senza una coerenza nè stilistica nè di trama. Mi sono detto, che "roba" del
genere avrebbe potuto scriverla chiunque ... forse anch'io. Mi sono quindi chiesto :"ma ho qualcosa da raccontare?" Mi sono risposto di sì e ho cominciato a mettere sulla carta idee e pensieri ... Le storie erano già lì vive e preconfezionate, bisognava solo mettere in fila le parole.
Il primo romanzo, che ripercorre le vicende dell’azienda presso cui ha lavorato, ha una indubbia connotazione autobiografica. Nel secondo romanzo quanto c’è di biografico e quanto spazio è lasciato all’invenzione narrativa?
Senza dubbio sono due storie completamente diverse ... la seconda ha solo qualche piccolo aggancio alla realtà, la maggior parte è invenzione. Quindi pochissima autobiografia, la fantasia ha potuto spaziare libera tra luoghi reali, personaggi quasi veri e personaggi inventati. Vorrebbe essere un esercizio di logica ... e di impressioni. Potrei dire che il secondo è
una specie di partita a scacchi con il lettore, una sfida a scoprire indizi labili, molto labili, buttati quasi a caso nel testo per capire la verità. Fino a questo momento alcune persone che l'hanno letto... non li hanno trovati. Di questo ne vado fiero.
Quali ritiene essere le analogie e quali le differenze tra i due romanzi?
Direi che le analogie sono unicamente di tipo stilistico ... stessa scorrevolezza descrittiva, una leggera ironia di fondo, stessa ambientazione geografica. Ho mostrato una particolare enevolenza verso un personaggio, cui sono molto legato, presente nei due romanzi che forse
mi assomiglia un pò ... forse più di un pò. Non sempre fa bella figura, ma per questo mi piace ... è umano, vero, credibile. Differenze? I due romanzi per vicende e struttura di fondo sono assolutamente diversi. Il primo è configurato come un diario, scandito da date e connotato da un elevato numero di avvenimenti, complessi e misteriosi. Il finale lascia tutto in sospeso, forse lascia un po’la bocca amara, ma doveva essere così. Il secondo ha una struttura più semplice e ripercorre un'indagine classica, apparentemente anche troppo lineare... ma non sempre la realtà è quella che appare. Qui il finale esiste, può piacere o no ma alla fine tutto si spiega.
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per leggere il resto dell'intervista, ecco il link:
http://www.associazioneincontrarte.it/GIORNALE/2012.01%20-%20Giornale%20Incontrarte.pdf
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Articolo apparso su PAROLA ALLA FABI - Numero 1/2012 - Gennaio 2012 Informativa sindacale a cura della Segreteria del Coordinamento FABI del Gruppo Veneto Banca
GIAMPAOLO CREAZZA: SCRITTORE E BANCARIO (SOLO DA QUALCHE GIORNO IN PENSIONE)
Giampaolo Creazza è un collega, da qualche giorno in pensione, con una grande passione: scrivere. Si è avvicinato alla scrittura quasi per caso. In origine era stato un lettore convinto, gli piaceva leggere e appena poteva lo faceva, compatibilmente con gli impegni professionali e familiari. Ha letto un po‟ di tutto, dai classici ai moderni anche se la sua preferenza è sem-pre stata rivolta al genere giallo/thriller/noir.Nonostante questo non sia un genere di alto livello culturale, Giampaolo ritiene che un giallo scritto bene sia un intrigante gioco con cui misurare l‟intelligenza propria con quella dello scrittore. Lui è convinto che ci debba essere una costante alchimia di coinvolgimento emotivo e una logica ferrea nei fatti e nelle situazioni descritte.Un romanzo giallo dovrebbe essere preciso e coerente come un‟espressione matematica. Dopo aver letto tanti romanzi e non aver trovato queste caratteristiche: che “roba!” - si è detto - “…poteva scriverla chiunque”, forse anche lui… magari meglio.Da lì, la sfida con se stesso. Il nostro mondo di bancari non è avaro di spunti o di situazioni che possono sfociare in un racconto giallo.Nasce così il suo primo romanzo: “Un Tramonto sul Verbano” (Statale11 – 2010).E‟ bastato ripensare alla storia recente della ex Banca Popolare di Intra, aggiungere quattro ingredienti tipici del thriller, mantenere una costante e coinvolgente tensione, una leggera dose di ironia, qualche tocco paesaggistico del nostro Lago Maggiore per completare un encomiabile lavoro di settecento pagine. Forse tante, è vero, però questa storia, così com-plessa e dura, non poteva essere banalizzata in poche pagine. Già il titolo, che può richiama-re alla mente immagini idilliache, ha una precisa funzione nel contesto della vicenda, ma, soprattutto, ha un intenso valore simbolico: la fine di qualcosa. Be‟, dovete proprio leggerlo! Ovviamente essendo un romanzo “ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente causale”. Dopo questa prima esperienza Giampaolo ha scritto un‟altra storia non legata a precisi fatti di cronaca, dalle dimensioni più contenute, cambiando anche editore. Ambientata anch‟essa nel nostro mondo, mantenendo qualche personaggio cui era partico-larmente affezionato, è una storia meno articolata della precedente, ma altrettanto scorre-vole e snella nella lettura. Ecco due righe per permettervi di inquadrare la vicenda di “Un Bancario scomodo” (Absolutely Free Editore – Okbook – 2011): una banale ispezione inter-na porta alla luce l‟esistenza di una truffa di milioni di euro ai danni di una banca locale. Le approfondite verifiche interne evidenziano precise responsabilità. Il suicidio di un collega pesantemente coinvolto nella vicenda sembra confermare tali risultati. Caso chiuso? No di certo! Dubbi e sospetti inducono il dottor Giancarlo Piazza ad inventarsi investigatore e collaborare con la Polizia nella complicata indagine alla ricerca della verità in un mondo in cui i mutui si pagano anche con il sangue.Siamo certi che l‟avventura del nostro scrittore non finirà qui. Giampaolo ha altre idee e qualche testo in avanzato stato di lavorazione, e questo non vuol comunque essere una minaccia. La loro pubblicazione dipenderà dall‟editore e dal buon andamento del secondo romanzo. Ora che, dal 1° gennaio 2012 è finalmente in pensione (ma per favore ditegli che è solo in ferie… lunghissime ferie!) potrà dedicarsi a questa sua attività, che comunque non sarà un lavoro perché, come ci ha raccontato: “quello che sto lasciando è stato più che sufficiente!”.
GIAMPAOLO CREAZZA: SCRITTORE E BANCARIO (SOLO DA QUALCHE GIORNO IN PENSIONE)
Giampaolo Creazza è un collega, da qualche giorno in pensione, con una grande passione: scrivere. Si è avvicinato alla scrittura quasi per caso. In origine era stato un lettore convinto, gli piaceva leggere e appena poteva lo faceva, compatibilmente con gli impegni professionali e familiari. Ha letto un po‟ di tutto, dai classici ai moderni anche se la sua preferenza è sem-pre stata rivolta al genere giallo/thriller/noir.Nonostante questo non sia un genere di alto livello culturale, Giampaolo ritiene che un giallo scritto bene sia un intrigante gioco con cui misurare l‟intelligenza propria con quella dello scrittore. Lui è convinto che ci debba essere una costante alchimia di coinvolgimento emotivo e una logica ferrea nei fatti e nelle situazioni descritte.Un romanzo giallo dovrebbe essere preciso e coerente come un‟espressione matematica. Dopo aver letto tanti romanzi e non aver trovato queste caratteristiche: che “roba!” - si è detto - “…poteva scriverla chiunque”, forse anche lui… magari meglio.Da lì, la sfida con se stesso. Il nostro mondo di bancari non è avaro di spunti o di situazioni che possono sfociare in un racconto giallo.Nasce così il suo primo romanzo: “Un Tramonto sul Verbano” (Statale11 – 2010).E‟ bastato ripensare alla storia recente della ex Banca Popolare di Intra, aggiungere quattro ingredienti tipici del thriller, mantenere una costante e coinvolgente tensione, una leggera dose di ironia, qualche tocco paesaggistico del nostro Lago Maggiore per completare un encomiabile lavoro di settecento pagine. Forse tante, è vero, però questa storia, così com-plessa e dura, non poteva essere banalizzata in poche pagine. Già il titolo, che può richiama-re alla mente immagini idilliache, ha una precisa funzione nel contesto della vicenda, ma, soprattutto, ha un intenso valore simbolico: la fine di qualcosa. Be‟, dovete proprio leggerlo! Ovviamente essendo un romanzo “ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente causale”. Dopo questa prima esperienza Giampaolo ha scritto un‟altra storia non legata a precisi fatti di cronaca, dalle dimensioni più contenute, cambiando anche editore. Ambientata anch‟essa nel nostro mondo, mantenendo qualche personaggio cui era partico-larmente affezionato, è una storia meno articolata della precedente, ma altrettanto scorre-vole e snella nella lettura. Ecco due righe per permettervi di inquadrare la vicenda di “Un Bancario scomodo” (Absolutely Free Editore – Okbook – 2011): una banale ispezione inter-na porta alla luce l‟esistenza di una truffa di milioni di euro ai danni di una banca locale. Le approfondite verifiche interne evidenziano precise responsabilità. Il suicidio di un collega pesantemente coinvolto nella vicenda sembra confermare tali risultati. Caso chiuso? No di certo! Dubbi e sospetti inducono il dottor Giancarlo Piazza ad inventarsi investigatore e collaborare con la Polizia nella complicata indagine alla ricerca della verità in un mondo in cui i mutui si pagano anche con il sangue.Siamo certi che l‟avventura del nostro scrittore non finirà qui. Giampaolo ha altre idee e qualche testo in avanzato stato di lavorazione, e questo non vuol comunque essere una minaccia. La loro pubblicazione dipenderà dall‟editore e dal buon andamento del secondo romanzo. Ora che, dal 1° gennaio 2012 è finalmente in pensione (ma per favore ditegli che è solo in ferie… lunghissime ferie!) potrà dedicarsi a questa sua attività, che comunque non sarà un lavoro perché, come ci ha raccontato: “quello che sto lasciando è stato più che sufficiente!”.